giovedì 3 dicembre 2009

COSTITUZIONE DEI GRUPPI DI LAVORO DELLA FEDERAZIONE

Partito della Rifondazione Comunista
Federazione di Roma


* Alle segretarie e ai segretari di circolo
* Alle compagne e ai compagni della Federazione


Oggetto: costituzione dei gruppi di lavoro della Federazione: LAVORO e WELFARE, PROGETTO COMUNICAZIONE, TRASPORTI e MOBILITA' e indizione prime riunioni

Care compagne e cari compagni,
nel corso dell'attivo con i/le segretari/e di circolo, tenutosi lo scorso 30 novembre, si è deciso di costituire tre gruppi di lavoro, sui seguenti temi: LAVORO e WELFARE, PROGETTO COMUNICAZIONE, TRASPORTI e MOBILITA'.

Pertanto, facendo seguito alle decisioni assunte procediamo con la convocazione delle riunioni dei tre gruppi, secondo il seguente calendario:

* lunedì 14 dicembre, alle ore 18.00, presso la sede della Federazione in Via Squarcialupo 58, è convocata la riunione del gruppo Lavoro e Welfare;
* martedì 15 dicembre, alle ore 18.00, presso la sede della Federazione in Via Squarcialupo 58, è convocata la riunione del gruppo Progetto Comunicazione;
* mercoledì 16 dicembre, alle ore 18.00, presso la sede della Federazione in Via Squarcialupo 58, è convocata la riunione del gruppo Trasporti e Mobilità.

Per la riunione del 14/12 su Lavoro e Welfare sono sollecitati a partecipare in particolar modo i circoli aziendali, insieme a tutti quei compagni/e che possono offrire un contributo, così come per la riunione del 16/12 sui Trasporti si vede necessaria la presenza, anche, dei circoli delle aziende di trasporto.

Chiediamo ai/lle segretari/e di estendere l'invito agli iscritti dei propri circoli, e invitiamo gli interessati a partecipare e a portare il proprio contributo.

Augurandovi buon lavoro vi saluto fraternamente,
Alfio Nicotra
Roma, 2 dicembre 2009

INVITO: ASSEMBLEA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA (Roma 5/12)

Dichiarazione di Alfio Nicotra, responsabile nazionale Pace e Movimenti del Prc-Se.

Roma, 2 dicembre 2009.

Comunicato stampa.


AFGHANISTAN - NICOTRA (PRC) : "NUOVE TRUPPE NATO ALTRO PASSO VERSO IL
BARATRO. DA FRATTINI CONSENSO IRRESPONSABILE"

"L'annuncio odierno del segretario generale della Nato Anders Fogh
Rasmussen di un ulteriore invio di 5000 militari in Afghanistan è un
ulteriore passo verso il baratro. Il si dato immediatamente dal
ministro Frattini , sia pur non quantificando il numero dei nostri
militari, è segno di totale irresponsabilità." E' quanto afferma Alfio
Nicotra, responsabile nazionale Pace del Prc.
"Le indiscrezione stampa parlano di ulteriori mille soldati italiani
da inviare nel pantano afghano - prosegue Nicotra - verrebbero così
clamorosamente smentite le dichiarazioni fatte dal ministro La Russa,
di una riduzione del contingente, fatte nei giorni in cui in Italia si
piangevano le nuove vittime italiane di quell'assurda guerra. Ad
Umberto Bossi, che aveva parlato del ritiro delle truppe, deve
difettare non solo la coerenza ma anche la memoria. Evidentemente la
Lega non ha mai creduto nel ritiro e forse si accontenta che i
soldati italiani muoiano nel nome del tricolore con la croce..."
"Barak Obama è una delusione completa - prosegue Nicotra - oltre a
proseguire sulla scia di George Bush mandando ulteriori 30 mila
militari nel teatro di guerra, si rifiuta di firmare il trattato per
la messa al bando delle mine antipersona. Mai nobel per la pace fu
così sbagliato."


--
Ufficio stampa Prc-SE
____________________

Ettore Maria Colombo
339/3868349 - 06/44182439
ettore.colombo@rifondazione.it
www.rifondazione.it

giovedì 26 novembre 2009

SI AD UN PROCESSO DI AGGREGAZIONE DELLA SINISTRA, MA DIFENDIAMO IL PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA!

lunedì 23 novembre 2009

Appello ai membri del CPN

SI AD UN PROCESSO DI AGGREGAZIONE DELLA SINISTRA, MA DIFENDIAMO IL PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA!

Siamo Compagne e Compagni militanti e iscritti al PRC, Segretari di Circolo, membri di Direttivo e Circoli territoriali e di Lavoro.
Avvertiamo la necessità di un processo di aggregazione ampia della Sinistra che faccia massa critica contro la deriva antidemocratica, fascista e xenofoba di questo Paese e contro l’attacco che i padroni, forti della complicità del Governo e di una crisi che essi stessi hanno provocato, continuamente sferrano ai lavoratori. Riteniamo che tale processo non debba e non possa mettere in discussione l’esistenza e la sovranità di questo Partito. Senza entrare nel merito del dibattito sulla Federazione della Sinistra e delle sue finalità, espresse nella bozza di Manifesto politico, esprimiamo la nostra preoccupazione alla luce della bozza di Statuto della Federazione (in allegato) discussa nella Direzione nazionale del 18 novembre scorso. Esso, infatti, prevede la strutturazione della Federazione a tutti i livelli, dai circoli alle federazioni provinciali e regionali (art. 2 punto 1), riproducendo in scala più larga, la struttura organizzativa di un nuovo partito che, nei fatti, supererà la struttura di Rifondazione. La doppia struttura determinerà confusione a partire dai territori perché i processi decisionali subiranno una trafila “a matriosca” che li renderanno tortuosissimi. A tutto questo andranno sommate le divisioni interne ai partiti federati e le difficoltà di gestione della rappresentanza degli iscritti direttamente alla Federazione (Art. 1 punto 2). Riteniamo che questo modello organizzativo rischi seriamente di determinare la fine del PRC, il che, a sua volta, mette a rischio lo stesso cammino della Federazione e la persistenza di una opzione comunista in Italia.
Siamo convinti che si possano trovare molte soluzioni organizzative alternative che non mettano a tale rischio l’esistenza del Partito.
Per questi motivi, facciamo appello a tutti i membri del Comitato politico nazionale del PRC, al di là delle aree di appartenenza, che hanno a cuore l’esistenza del Partito, affinché esprimano voto contrario a questa prima bozza di Statuto che, nei fatti, ne prevede il superamento.

DI SEGUITO LA BOZZA DI STATUTO...


Per inviare le adesioni commentate questo post, oppure scrivete a:
salviamoilprc@gmail.com
Prime adesioni:
Eugenio Giordano - Circolo PRC Alenia Pomigliano (NA)
Laura Petrone - CPN
Francesco Fumarola - Circolo PRC Telecomunicazioni (Roma)
Circolo PRC "Vera Lombardi" di San Sebastiano al Vesuvio (NA)
Raffaele Arimini - Segretario Circolo PRC "Orlando-Iannicelli" Visciano (NA)
Circolo PRC "Carlo Giuliani" Centro storico di Salerno
Mario Sommella - Circolo di Acerra (NA)
Roberto Savignano - Circolo PRC Alenia Pomigliano (NA)
Sergio Esposito - Circolo PRC Pomigliano d'Arco (NA)
Massimo Lorusso - Circolo PRC Alessandria
Lorenzo Battisti - Bologna
Pasquale La Gatta - Circolo PRC Alenia Pomigliano (NA)
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STATUTO PROVVISORIO DELLA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA (BOZZA)
Preambolo

La Federazione è un progetto politico aperto, avviato dal Partito della Rifondazione Comunista, dal Partito dei Comunisti Italiani, dall’Associazione “Socialismo 2000” e dall’Associazione “Lavoro e Solidarietà” rivolto a tutti i soggetti politici, associazioni, movimenti e singole persone che vogliono impegnarsi per il superamento del capitalismo e del patriarcato.


Art. 1. Adesione alla Federazione

1. Possono iscriversi alla Federazione le donne e gli uomini, cittadini italiani e immigrati, che abbiano compiuto il quattordicesimo anno di età e che indipendentemente dall'etnia, dalle convinzioni filosofiche e dalla confessione religiosa, ne accettino il programma politico e lo statuto, e si impegnino ad agire per realizzarne il programma.
2. Ferma restando la possibilità dell’adesione individuale alla Federazione presso il circolo territoriale o di lavoro di riferimento, tutti le/gli iscritte/i al Partito della Rifondazione Comunista, al Partito dei Comunisti Italiani, all’Associazione “Socialismo 2000” e all’Associazione “Lavoro e Solidarietà” (d’ora innanzi denominati “Soggetti Promotori”) si considerano iscritti d’ufficio alla Federazione.
3. Possono altresì aderire alla Federazione tutte le associazioni sociali e/o politiche che ne condividono il manifesto politico e lo statuto, sia a livello nazionale che a livello territoriale. L’adesione di nuove associazioni a livello sia nazionale che territoriale deve essere approvato dal Coordinamento Politico Nazionale Provvisorio della Federazione, con il voto unanime dei rappresentanti dei Soggetti Promotori.
4. L’adesione alla Federazione, può avvenire anche tramite internet, secondo le modalità definite dal Coordinamento Politico Nazionale Provvisorio.
5. La quota minima di iscrizione per coloro che aderiscono esclusivamente alla federazione è fissata in 20 euro.


Art. 2 Organizzazione della Federazione

1. La Federazione è organizzata in circoli, Federazioni Provinciali e Federazioni Regionali.
2. La Federazione ritiene requisito fondamentale per la sua organizzazione la rappresentanza paritaria di uomini e donne. Per questo motivo, nella composizione degli organismi dirigenti si deve tener conto della necessità di valorizzare la differenza di genere.
3. Ove non diversamente previsto dal presente statuto provvisorio, i segretari o i presidenti dei partiti e delle associazioni federate sono membri di diritto dei consigli e dei coordinamenti politici di livello omologo.
4. Possono altresì far parte dei suddetti organismi, previo parere unanime dei Soggetti Promotori, singole personalità che volessero dare il proprio contributo.
5. Si considerano Organizzazioni Federate i Soggetti Promotori, nonché tutti gli altri soggetti che hanno richiesto e ottenuto l’adesione alla Federazione secondo le modalità stabilite dall’art. 1 del presente statuto provvisorio.
6. L’ approvazione di documenti politici e di ordini del giorno da parte dei consigli e dei coordinamenti politici richiede una maggioranza dei 2/3 dei componenti l’organismo.
7.Tutte le organizzazioni promotrici fanno parte degli organismi dirigenti e nessuna organizzazione federata può esprimere la maggioranza assoluta dei componenti in ogni organismo dirigente. Adeguata rappresentanza dovrà essere data agli iscritti che non facciano parte di organizzazioni promotrici la federazione.

Art. 3 Il circolo

1. Il circolo costituisce l’istanza di base della Federazione. Possono essere costituiti circoli territoriali di livello comunale o intercomunale e, nelle realtà metropolitane, di livello municipale o circoscrizionale. Possono essere costituiti circoli pure nei luoghi di lavoro.
2. Ogni circolo elegge un consiglio politico che a sua volta elegge un coordinamento politico e un portavoce.
3. Nei circoli con meno di 50 aderenti, l’assemblea degli iscritti assume le funzioni di consiglio politico.


Art. 4 La Federazione Provinciale

1. L’ insieme dei circoli di un territorio provinciale costituisce la Federazione Provinciale.
2. Ogni Federazione Provinciale elegge un Consiglio Provinciale, che a sua volta elegge un Coordinamento Politico e un Portavoce.
3. In vigenza del presente statuto provvisorio, gli organismi dirigenti di cui al comma precedente sono nominati secondo criteri stabiliti dai Soggetti Promotori Nazionali.


Art. 5 La Federazione Regionale

1. Tutte le Federazioni Provinciali di una stessa regione costituiscono la Federazione Regionale.
2. Preso atto della prossima scadenza elettorale regionale che coinvolgerà la maggior parte delle regioni italiane, in vigenza del presente statuto provvisorio, tutte le Federazioni Regionali saranno rette da un organismo provvisorio composto dai segretari o presidenti delle Organizzazioni Federate.


Art. 6 La Federazione Nazionale

1. L’insieme delle organizzazioni territoriali, provinciali e regionali costituisce la Federazione Nazionale.
2. La Federazione nazionale è retta da un Consiglio nazionale, un Coordinamento Politico Nazionale e un Portavoce.
3. In vigenza del presente statuto provvisorio e sino al Congresso fondativo della Federazione, il Consiglio Nazionale e il Coordinamento Politico Nazionale sono nominati, secondo criteri pattuiti tra gli stessi, dai Soggetti Promotori.


Art. 7 Il Consiglio Politico Nazionale

Il Consiglio Politico Nazionale discute e approfondisce temi politici di particolare rilevanza; convoca il Congresso Nazionale della Federazione e ne approva il relativo regolamento congressuale.


Art. 8 Il coordinamento Politico Nazionale

1. Il Coordinamento Politico Nazionale attua la linea politica della Federazione durante la fase costituente; decide le iniziative e le manifestazioni nazionali, nonché le modalità di partecipazione della Federazione alle elezioni che si dovessero tenere durante la fase costituente; può costituire gruppi di lavoro tematici indicandone i coordinatori. Nomina altresì l’amministratore della Federazione e approva il regolamento di gestione finanziaria della stessa.
2. Il Coordinamento Politico Nazionale predispone altresì il regolamento congressuale; assicura il regolare svolgimento del congresso e ne coordina le attività; a tal fine nomina la Commissione di garanzia, definisce i criteri per la partecipazione dei dirigenti nazionali ai dibattiti precongressuali e alle assemblee congressuali; verifica il rispetto del pluralismo e coordina lo sforzo organizzativo.
3. I rappresentanti dei quattro Soggetti Promotori sono membri di diritto del Coordinamento Politico Nazionale.
4. I membri del Coordinamento Politico Nazionale sono membri di diritto del Consiglio Nazionale.


Art. 9 La/il Portavoce Nazionale

1. La/il Portavoce nazionale esprime la linea politica della Federazione cosi come definita dal coordinamento politico; interviene,dopo consultazione informale con i segretari dei soggetti federati, sui fatti rilevanti dell’attualità politica; presiede la delegazione della Federazione negli incontri con altri partiti e rappresentanze istituzionali; convoca il Consiglio Nazionale e il Coordinamento Politico Nazionale.
2. Il ruolo di Portavoce sarà ricoperto a rotazione paritaria dai quattro Soggetti Promotori, che provvederanno a indicare per questo ruolo un loro rappresentante.


Art. 10 Il finanziamento della Federazione

1. I mezzi finanziari della Federazione sono costituiti dai proventi del tesseramento di coloro che aderiscono esclusivamente alla Federazione, dalla sottoscrizione volontaria dei cittadini e dalle entrate delle iniziative politiche della Federazione.
2.Il finanziamento della Federazione avviene nella più assoluta trasparenza, rifiutando ogni contributo che possa condizionarne le libere scelte politiche.


Art. 11 Simbolo della Federazione

In vigenza di questo statuto provvisorio, il simbolo della Federazione è quello che è stato utilizzato nelle ultime elezioni europee, così come modificato per accordo unanime dei Soggetti Promotori.


Art. 12 Strumenti di comunicazione della Federazione

Gli strumenti e i mezzi di comunicazione della Federazione sono dati dalla collaborazione e dalla sinergia da quelli già utilizzati dalle Organizzazioni Federate, nonché dall’attivazione di un sito internet nazionale della Federazione o da altri strumenti che il Coordinamento Politico Nazionale ritiene opportuno attivare.


Art. 13 Norma transitoria e finale

Il presente statuto provvisorio disciplina la vita e l’attività della Federazione sino al Congresso fondativo che si terrà entro il dicembre 2010. In quella sede sarà approvato il nuovo statuto su proposta unanime dei Soggetti Promotori, per la cui approvazione è necessaria il voto favorevole dei 2/3 i componenti dell’assemblea congressuale.
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mercoledì 25 novembre 2009

Verso la Federazione della Sinistra a Roma




Partito della Rifondazione Comunista
Federazione di Roma

* Alle segretarie e ai segretari di circolo

* Alle compagne e ai compagni della Federazione di RomaGIOVEDI' 26 NOVEMBRE: VERSO LA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA a ROMA


GIOVEDI' 26 NOVEMBRE: VERSO LA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA a ROMA


Care compagne e cari compagni,
come già sapete, a seguito della comunicazione inviatavi la settimana scorsa, il prossimo giovedì 26 novembre si svolgerà l'assemblea di lancio della Federazione della Sinistra romana, alle ore 17.30 presso l'ITIS Galileo Galilei in Via Conte Verde 51.

Invitiamo i compagni e le compagne a partecipare e a diffondere l'iniziativa (in allegato il file del manifesto).

Ricordiamo,inoltre, che da oggi sono disponibili presso la sede della Federazione i manifesti, sollecitiamo, quindi, i compagni e le compagne a recarsi in Federazione per ritirarli e procedere all'attacchinaggio.


Buon lavoro a tutti e a tutte

Alfio Nicotra
Per la Federazione di Roma
Roma, 23 novembre 2009
Per l'ufficio di segreteria
Maria Teresa Imbellone

lunedì 7 settembre 2009

Da: PRC Federazione Roma

Date: 05 settembre 2009 12.42

Oggetto: iniziative prossima settimana

Care/i compagne/i

sapevamo che la ripresa dell'anno politico a settembre, ci avrebbe messo di fronte ad una gravissima emergenza sociale, ma le cose stanno forse andando anche al di là delle nostre preoccupate attese. In tutta Italia le vertenze contro la chiusura delle fabbriche, quelle dei precari della scuola per il diritto al lavoro e la difesa dell'istruzione pubblica, sono la punta d'icemberg di una situazione che vede migliaia di lavoratori seriamente preoccupati per il loro futuro. Tutto ciò mentre televisioni e giornali ci raccontano che a Cernobbio i padroni e il loro codazzo di esperti economisti, sono convinti che la crisi sta per finire, anche se nei prossimi mesi dovremo aspettarci un ulteriore aumento della disoccupazione; la traduzione di questo concetto è che la crisi forse sta finendo per loro, per chi specula sui mercati azionari, per le banche che hanno ottenuto soldi pubblici, ma certamente continuerà per i lavoratori dipendenti, i precari, i disoccupati e in generale i cittadini che vedranno ulteriormente ridotti i serrvizi sociali, in conseguenza dello spostamento di risorse economiche pubbliche per il sostegno al sistema finanziario privato. Tutto ciò avviene nel fosco quadro di una grave crisi democratica, di cui l'attacco del premier alla libertà di stampa è solo l'ultimo passaggio, e di un ancor più grave imbarbarimento culturale, di cui le stragi di immigrati "respinti", sono l'aspetto più drammatico e disumano.
Particolarmente grave è la situazione a Roma, dove l'escaletion di intolleranza verso i deboli e i diversi, siano essi immigrati o omosessuali, si coniuga con le minacciose dichiarazioni del prefetto Pecoraro e le ignobili campagne del Messaggero e del Tempo, che dopo lo sgombero di centinaia di famiglie dall'occupazione del Regina Elena, fanno temere un generale attacco al movimento per il diritto alla casa. In questi giorni a Roma molte sono le iniziative di lotta che vedono centinaia di persone mobilitarsi: i lavoratori delle società di vigilanza che hanno passato il mese di agosto in cima al Colosseo, e che ancora presidiano p.zza San Marco, la comunità gay scesa in piazza per difendersi dalle aggressioni fasciste, le centinaia di famiglie di occupanti che manifestano da giorni sotto il Campidoglio, i lavoratori delle coop. sociali il cui lavoro è a rischio per i tagli alla sanità, fino ai precari della scuola che sabato hanno occupato il tetto del provveditorato. Ciò di cui avremmo bisogno è di una grande azione unitaria, politica e sindacale, che unisca tutte le lotte e offra una prospettiva comune di soluzione, e ciò che dobbiamo temere è che invece ogni singolo fronte di lotta, ogni vertenza, si chiuda nella propria specificità. L'unificazione delle lotte e l'individuazione di una comune controparte, dovrebbe essere il compito dei comunisti, ma la generale condizione di difficoltà del Partito, e in particolare della Federazione di Roma, rendono questo lavoro obbiettivamente difficile. Ciò nonostante riteniamo necessario in questa fase garantire almeno la nostra presenza forte e visibile, la nostra concreta solidarietà, ai soggetti che in questi giorni sono in prima fila nello scontro. Chiediamo quindi ai segretari dei circoli, ai membri del CPF e in generale a tutti i compagni di partecipare attivamente alle iniziative di lotta dei prossimi giorni che qui di seguito elenchiamo:

Lunedì 7 settembre a partire dalle ore 15 assemblea-presidio con i lavoratori precari della scuola, per il diritto al lavoro e la difesa della scuola pubblica.

Martedì 8 settembre alle ore 18 presidio antifascista e antirazzista a Porta San Paolo, promosso dalla Rete Antifascista Metropolitana (da confermare in attesa dell'autorizzazione della questura).

Venerdì 11 settembre ore 17 corteo da p.zza Vittorio al Campidoglio, promosso dalla Rete per il diritto all'abitare, e aperto a tutte le realtà dell'opposizione sociale di Roma.


Questoi calendario potrà essere modificato e aggiornato in relazione all'evolversi delle situazioni di conflitto, per cui invitiamo tutti i compagni a controllare quyotidianamente la posta elettronica e a mantenersi in contatto con la Federazione

saluti comunisti

il segretario
Giuseppe Caroccia
il responsabile organizzazione
Claudio Ursella
il responsabile scuola e formazione
Gabriele Giustiniani

giovedì 16 luglio 2009

ELIMINARE I BAMBINI

a proposito di azioni legali strategiche, guardate questa di gentilini
http://www.youtube.com/watch?v=0XP19KjWL1I
ciao,

martedì 14 luglio 2009

Cartolarizzazione, l’Enasarco vuole speculare sugli inquilini

L’Ente va a gonfie vele. Bilancio in attivo fino al 2056

Daniele Nalbone
Rivedere l’accordo firmato tra la Fondazione Enasarco e i sindacati sulla vendita del patrimonio immobiliare dell’ente. Convocare un tavolo interistituzionale sul tema delle dismissioni.
Tutelare gli inquilini che non potranno acquistare gli appartamenti e i 450 lavoratori Enasarco che rischiano il posto di lavoro.
Sono queste le richieste che ieri pomeriggio centinaia di inquilini Enasarco, mobilitati dal sindacato Asia Rdb, hanno presentato al Prefetto di Roma con un presidio in piazza Santi Apostoli. Molti di loro abitano gli immobili della cassa di previdenza di agenti e rappresentanti di commercio da cinquanta anni. Sono arrivati da tutta Roma e, nonostante il caldo, sono presenti anche gli inquilini più anziani.
L’appuntamento in piazza era fissato alle 16 ma già trenta minuti prima l’ingresso delle prefettura è praticamente assediato. La digos fa spostare i manifestanti dall’altra parte della piazza e loro, di risposta, tirano fuori le bandiere gialle e rosse del sindacato. Una delegazione di sette persone viene chiamata per un incontro con il Viceprefetto, Giuliana Giaquinto, che si dirà pronto a indire un tavolo interistituzionale entro settembre, mentre fuori il presidio si fa sempre più numeroso. Alla fine saranno oltre duecento i manifestanti che «chiedono che venga rivisto l’accordo firmato “ante crisi” dai sindacati concertativi» denuncia Nicola Alvino, inquilino Enasarco di Tor Tre Teste, mentre mostra l’elenco delle 2400 firme raccolte durante sei mesi di affollati incontri presso i municipi romani per una cartolarizzazione che, sommata a quella dell’Enpam, riguarderà, a partire dal 2010, 24mila famiglie solo a Roma. Oltre 30 mila sul territorio nazionale. Il tutto in una situazione dove il problema casa è già emergenza. «L’accordo firmato dagli altri sindacati » spiega Angelo Fascetti di Asia Rdb «consiste in un prezzo di vendita fissato in base al valore medio di mercato stabilito dall’Agenzia del Territorio, decurtato del 30%. Una cifra insostenibile per almeno la metà dei “cartolarizzati” ». La richiesta di Rdb al Prefetto Pecoraro è, invece, che «il prezzo venga fissato considerando la soglia più bassa dell’Agenzia del Territorio, con uno sconto del 40%».
Walter De Cesaris, segretario dell’Unione Inquilini, ci spiega telefonicamente che «non c’è nessun problema nel rivedere l’accordo firmato, che peraltro è un semplice accordo quadro, perché a decidere devono essere gli inquilini », precisando che «nessun prezzo è stato fissato». Quindi, da qui al 2010, «c’è ancora tutto il tempo per intervenire per regolamentare questa dismissione che potrebbe avere conseguenze drammatiche sul territorio».
Fra i manifestanti era presente anche una delegazione dei lavoratori Enasarco che rischiano, oltre la casa, di perdere il proprio posto di lavoro. Sono in tutto 450 fra pulitori e portieri che ricoprono «il doppio, in questo caso sfortunato, ruolo di dipendenti ed inquilini della Fondazione che ha deciso di mettere in vendita il proprio patrimonio immobiliare senza pensare alla nostra sorte», ci spiegano.
Ma la lotta di Asia Rdb non si ferma qui: oltre a chiedere un intervento pubblico per individuare un percorso che porti alla definizione di garanzie certe per la tutela degli inquilini che non possono comperare, ribadisce la necessità «di fermare una nuova speculazione a danno degli inquilini più deboli e per impedire che si apra una nuova ferita nella città di Roma, il cui effetto sociale ricadrà proprio sulle istituzioni».
Una cartolarizzazione, quella di Ensarco, in cui tutto è ancora aperto: «l’unica cosa certa» commenta Nicola Alvino, è la volontà da parte della cassa previdenziale di realizzare una speculazione edilizia sulla pelle della gente». La dimostrazione è data dal fatto che «Enasarco stava vendendo, nel 2006, l’intero patrimonio a Ricucci per la cifra di 1,8 miliardi di euro a fronte di un valore di 3 miliardi. Ma ora che gli immobili stanno per essere venduti agli attuali inquilini, la Fondazione ha dichiarato di voler realizzare la bellezza di 4,5 miliardi di euro».
Intanto, però, l’Enasarco si può permettere di acquistare dai fratelli Toti la Galleria Alberto Sordi, in via del Corso, per la cifra di 180 milioni di euro, segno del buono stato delle casse della Fondazione, che, secondo bilancio, sarà in attivo almeno fino al 2056, e di poter spendere ulteriori 5 milioni per una campagna pubblicitaria che ne ripulisca l’immagine.
Un’immagine che, nonostante gli spot che presto andranno in giro sui media italiani, continuerà a essere poco limpida visto che, nel mentre, «Enasarco sta continuando a recapitare agli inquilini le disdette dei contratti di locazione in scadenza a dicembre 2009» spiega Angelo Fascetti, «e si prepara a chiedere un aumento degli affitti».
Liberazione martedì 14 | luglio 2009 | Politica 17

mercoledì 3 giugno 2009

IL 6 E 7 GIUGNO
SE SEI DI SINISTRA
DILLO FORTE!

VOTA COMUNISTA

IL VOTO UTILE

Guarda i seguenti video. I White Window mettono a disposizione il loro brano 'La testa su' come inno della lista comunista: http://www.pdcitv.it/video/1533/La-testa-su--White-Widow. Appello al voto di Salvi, Diliberto e Ferrero: http://www.pdcitv.it/video/1485/IL-VOTO-UTILE Video della festa comunista a San Lorenzo: http://www.pdcitv.it/video/1557/Festa-Comunista
Paolo Rossi e Mario Monicelli votano comunista. All'appello per la lista comunista (primo firmatario Ingrao) si aggiungono molti altri nomi sabato 30 maggio 2009 "Sto dalla parte dei miei cugini comunisti": con queste parole l'attore Paolo Rossi, impegnato in questi giorni a Milano con lo spettacolo "Le guerre per il frutto del peccato", motiva la sua adesione all'appello "Se sei di sinistra, dillo forte" che vede per primo firmatario Pietro Ingrao e poi oltre 200 esponenti del mondo della cultura, della scienza, dello spettacolo, della società civile e del mondo del lavoro che alle prossime elezioni europee voteranno per la Lista comunista e anticapitalista formata da Prc, Pdci, Socialismo 2000 e Consumatori uniti. Anche il maestro, regista di tanti film che hanno fatto la storia del cinema italiano, Mario Monicelli ha dichiarato il suo voto alla Lista comunista e anticapitalista. Tra le altre, tantissime, adesioni all'appello "Se sei di sinistra dillo forte" che stanno arrivando in queste ore si segnalano quelle del pittore Franco Mulas, di Marino Severini della rock band I gang, della Banda Bassotti, del designer e cartonista Enzo Apicella. Tutti nomi che vanno ad aggiungersi, oltre che a quello del primo firmatario dell'appello, Pietro Ingrao, a quelli di molti altri, tra i quali il fisico Carlo Bernardini, lo psichiatra Luigi Cancrini, lo scrittore Massimo Carlotto, i preti don Franzoni e don Gallo, il costituzionalista Gianni Ferrara, il cantante e attore Massimo Ranieri, il poeta Edoardo Sanguineti, il disegnatore Vauro e altri 200 nomi.


www.UnAltraEuropa.eu
www.Rifondazione.it
COMUNICATO STAMPA


OSTIA, PRC: ‘UNA VERGOGNA IL PREMIO A GELLI, LA CITTA’ SI MOBILITI”.



“Ormai nel XIII municipio è emergenza democratica. Da un lato, infatti, si vogliono soffocare le iniziative libere e indipendenti, vedi il progetto della Casa della cultura alla Vittorio Emanuele, dall’altra si tenta di riabilitare idee e personaggi cupi, sovversivi, antidemocratici. Dopo l’intitolazione di una strada di Ostia al fascista Alberto Giaquinto, il caso ‘Licio Gelli’ è l’ultimo, eclatante episodio di una deriva inquietante”. E’ quanto afferma in una nota il capogruppo di Rifondazione comunista alla Regione Lazio Ivano Peduzzi.

“Minimizzare quanto sta accadendo - aggiunge - sarebbe un grave errore. La decisone dell’associazione ‘Anco Marzio’ di premiare per la sua attività poetica l’ex capo della Loggia P2 condannato a 10 anni per depistaggio sulla strage di Bologna è un fatto grave, deprecabile che riguarda tutti: cittadini e istituzioni. Perciò in vista della consegna del premio al ‘venerabile’ prevista per sabato 13 giugno invitiamo la città alla mobilitazione. Di fronte a fatti del genere è importante manifestare tutto il proprio sdegno e mantenere alta l’attenzione per rispetto verso le vittime della strage di Bologna e in difesa di quei valori di libertà e democrazia che la P2 aveva intenzione di sovvertire”.





Roma, 3 giugno 2009

martedì 2 giugno 2009

prc ostia v/s licio gelli

Perché premiare gli assassini di idee e di corpi?
L'associazione culturale "Anco Marzio" di Ostia ha deciso, nel contesto del premio internazionale di letteratura "Ostia", di assegnare un premio a Licio Gelli, notissimo eversore della nostra democrazia quale capo della loggia massonica illegale P2
e condannato per la vigliacca strage di 85 persone alla stazione ferroviaria di Bologna. L'associazione è diretta dal sig. Colloca, il quale ha una galleria d'arte ad Ostia e settimanalmente cura una rubrica sulla TV locale Canale Dieci, dal titolo "State comodi". Suo figlio, (incidentalmente ?), è presidente della commissione cultura del Municipio XIII, la stessa che non è stata in grado di riaprire l'unico teatro pubblico del litorale. Queste notizie per una corretta informazione, perchè solo la conoscenza anche dei particolari permette una reale comprensione delle cose che avvengono, partendo dal presupposto che nulla avviene per caso. Il XIII Municipio sta attraversando un momento di particolare virulenza di forze che, vinte le elezioni al ballottaggio, pensano di agire da piccoli dittatori. L'offensiva antidemocratica trova la ciliegina sulla torta invitando Licio Gelli quale fulgido esempio di poeta per i nostri giovani. Ma oltre 60 anni di democrazia, democrazia conquistata senza pranzi di gala, non si cancellano con una maggioranza relativa nostalgica e interessata. Il circolo prc di Ostia era presente alla presentazione della rassegna nell'aula Massimo di Somma sabato mattina e con i cittadini vigili e che conoscono la storia (a differenza del sig. Colloca, che difetta di lettura della complessità, quando arriva a dire che dei morti uccisi da una bomba non gliene importa niente, che la cultura è altro), hanno contestato la scelta fatta e il tentativo di minimizzarla da parte delle istituzioni. Quando il presidente Vizzani dice che non vuole scendere nel merito non è altro che la copia sbiadita di ponzio pilato, personaggio noto alla tradizione cristiana del nostro popolo che la parte politica dello stesso rivendica. Non si può fare il ragioniere soltanto, quando si porta ad Ostia un falso e un assassino. Noi no. Noi nel ricordo di chi ha dato le proprie intelligenze e le proprie energie, fino alla vita, per chiamare assassini gli assassini e fascisti i fascisti, nel ricordo di chi quel giorno di agosto passava ignaro in una stazione italiana ed è stato ammazzato da un delinquente che si diletta anche di poesia, noi non diciamo di possedere la verità ma non permetteremo che il nome di Ostia sia legato ai periodi peggiori della storia d'Italia, provincia d'Europa.
A qualcuno può anche venire in mente di intitolare un giardino pubblico a un ragazzo (A.G.) che, traviato da ideali fascisti, è stato ucciso dalla polizia in uno scontro, ma ben altro è premiare il mandante diretto e indiretto di una strage di uomini, donne, bambini.
Segnalando il gesto dignitoso di Mancini, giornalista del Messaggero, che rinuncia al premio trovandosi accostato a un assassino, il circolo PRC di Ostia chiede che l'ex segretario del PRC Fausto Bertinotti restituisca il premio assegnatogli lo scorso anno (dopo la sconfitta elettorale) dalla stessa associazione. Un esito diverso dalla restituzione del premio lascerebbe aperti tanti, troppi pensieri strani nelle menti di chi ancora crede nella coerenza delle persone quale valore irrinunciabile. Anni fa al Municipio di Ostia, allora circoscrizione, furono trovati dei moduli di iscrizione alla P2. Lo ha ricordato il giornalista Fulloni nel suo libro "Il caso Ostia".
Senza farci prendere da facili abbagli, non smettiamo però di cercare la verità. Essere al servizio dei cittadini e delle istituzioni democratiche presuppone la pratica del rapporto con i cittadini e della democrazia, non l'esaltazione della violenza. Chiunque voglia leggere le poesie di Gelli lo può fare, nessuno di noi brucia i libri, a differenza dei nazifascisti, ma non possiamo permettere che chi dovrebbe stare a meditare sui crimini passati continui a lavorare contro il nostro presente. Saremo presenti alle iniziative che con i cittadini liberi decideremo di intraprendere, per evitare questo oltraggio anche ai nostri avversari leali.
marco noli, segretario del circolo prc di ostia.

sabato 16 maggio 2009

giovedì 14 maggio 2009

Roma Assemblea pubblica – cittadina - globale.

Domenica 17 maggio, ore 17 al Volturno, Via Volturno,

Intolleranti al razzismo

Per abbattere muri e frontiere.

Per una cittadinanza globale


Nabruka Mimuni, questo è il nome della donna che si è tolta la vita
nella notte tra il 6 e il 7 maggio nel lager di Ponte Galeria, alle
porte di Roma. 227, le persone delle quali non conosciamo il nome né
la sorte respinte verso la Libia nella stessa notte, inaugurando la
linea dura del ministro Maroni sui respingimenti in mare. Inutile
parlare di diritti umani inviolabili, illusorio appellarsi a una
qualche convenzione internazionale, insufficiente erigersi a difesa
della Costituzione italiana.

Classi separate, autobus separati, medici spia, presidi spia, reato di
clandestinità, sindaci sceriffo, “sicurezza partecipata”, esercito
nelle strade, militarismo civico, checkpoint metropolitani: il mondo
intorno a noi sembra evolversi rapidamente in un’escalation di
razzismo e violenza istituzionale che mirano a stringere tutte e tutti
noi nella morsa della paura, dello sfruttamento e del controllo. Il
governo blinda il pacchetto sicurezza. Berlusconi non vuole un’Italia
multietnica e lo spettro dell’apartheid si fa realtà.

Le politiche razziste e securitarie sono pratiche di governo nella
crisi economica. In assenza di politiche anticrisi l’unica risposta è
la sicurezza che si traduce nella riduzione di libertà e diritti. Come
fermare altrimenti le resistenze se non ingabbiando (preventivamente)
la società, producendo separazione e odio razziale? Queste misure
colpiscono in particolare i/le migranti ma riguardano tutt* e puntano
a dividere e a rompere i rapporti di solidarietà tra le persone,
alimentando la paura e rendendo tutt* più ricattabili.

Ma il futuro non è scritto. Le rivolte nei centri di detenzione per
migranti (CIE), da Lampedusa a Torino, da Milano a Ponte Galeria,
accendono un fuoco di speranza e libertà. Le voci e le mobilitazioni
contro il pacchetto sicurezza gridano che sono molt* a sfidare la
paura. Le lotte sociali non si fermano, anzi si moltiplicano.

È urgente nelle prossime settimane moltiplicare azioni e
manifestazioni per rendere visibile l’indignazione e la rabbia nei
confronti di un governo sempre più razzista

Il 23 maggio a Milano ci sarà un’importante manifestazione nazionale
della campagna “Da che parte stare”, contro la crisi, contro il razzismo
e per i diritti dei migranti.


Tra il 28 e il 30 maggio si terrà a Roma il G8 dei ministri della
giustizia e degli interni, che discuteranno di sicurezza, crisi e
immigrazione. A presiederlo sarà il ministro razzista Roberto Maroni.
Saranno in 8, solo in 8. Vorrebbero gestire la crisi sulla nostra pelle,
laddove la politica economica non offre soluzioni, laddove il
capitalismo traballa, laddove la crisi è globale e non conosce
frontiere, la loro risposta è approfondire le differenze, contenere
chi si ribella e chi lotta per la propria dignità.

E’ arrivato il momento di far convergere le nostre lotte, le lotte dei
migranti, degli studenti, di lavoratori e lavoratrici precar* che si
ribellano a un mondo fatto di sbarramenti e frontiere, di muri e
razzismo feroce. Queste lotte stanno costruendo una rete di resistenze
alla crisi, al pacchetto sicurezza e al G8 di fine maggio, che intende
ratificare provvedimenti già operativi da tempo. Sui nostri corpi,
sulle nostre vite, contro i nostri diritti.

Per questo facciamo appello a costruire una settimana di mobilitazioni
che dal 23 maggio a Milano passi per due giornate di azione decentrata
il 28 e 29 maggio e per la manifestazione globale di Roma del 30
maggio.

Per contestare le politiche razziste e liberticide del governo del
mondo, laddove il razzismo non guarda solo al colore della pelle, ma
vuole colpire trasversalmente tutt* coloro che reclamano diritti,
reddito, casa, cittadinanza, libertà di movimento.

Contro il pacchetto sicurezza e le leggi razziste

Per la chiusura dei CIE in Italia, in Europa e in tutto il mediterraneo
L´unica sicurezza che vogliamo è la libertà

Contro frontiere e muri, per la libertà di movimento
Siamo tutt* clandestin*, la cittadinanza che vogliamo è globale

Giovedì 28 e Venerdì 29. Giornate di azioni decentrate

Sabato 30, Manifestazione globale contro il G8, Roma



Verso le mobilitazioni contro il G8 di luglio.
Noi la crisi non la paghiamo!


Rete no G8 – Roma

mercoledì 13 maggio 2009

Ecco cosa prevede il disegno di legge sulla sicurezza

In arrivo anche il registro dei clochard e le norme anti-writers

Prolungamento fino a 180 giorni della permanenza nei Centri di esplusione degli extracomunitari, inasprimento del 41 bis per i reati di mafia, obbligo di denuncia del 'pizzo' per i costruttori. Sono queste alcune delle norme più significative del testo all'esame della Camera.
Roma, 13 mag. (Adnkronos) - Introduzione del reato di immigrazione clandestina; prolungamento fino a 180 giorni della permanenza nei Cie, i Centri di identificazione ed espulsione, degli extracomunitari che entrano in Italia senza permesso di soggiorno; istituzione delle ronde, che dovranno essere formate da ex agenti; inasprimento del 41 bis per i reati di mafia; obbligo di denuncia del 'pizzo' per i costruttori. Sono queste alcune delle norme più significative del ddl sicurezza del governo.

Il voto finale dell'assemblea di Montecitorio sul provvedimento nel suo complesso è previsto per domani nella tarda mattinata. Oggi la Camera ha votato i tre maxiemendamenti al testo.

L'immigrazione clandestina ('ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato') diventa quindi un reato. I clandestini non rischiano l'arresto ma un'ammenda dai 5mila ai 10mila euro. La norma renderà possibile denunciare i clandestini all'autorità giudiziaria. L'extracomunitario che arriva in Italia senza permesso di soggiorno potrà essere trattenuto nei Cie fino a 180 giorni. Ora il periodo è di due mesi. Le nuove norme, inoltre, prevedono che per avere la cittadinanza si dovranno pagare 200 euro. Per il permesso di soggiorno invece il contributo sarà fissato dai ministeri dell'Interno e dell'Economia e potrà oscillare tra gli 80 e i 200 euro. Il coniuge straniero di un cittadino italiano può acquisire la cittadinanza quando, dopo il matrimonio, risieda legalmente da almeno due anni nel territorio della Repubblica, oppure dopo tre anni dalla data del matrimonio se risiede all'estero.

Saranno intensificati i controlli sul trasferimento di valuta per contrastare il riciclaggio anche ai fini di finanziamento al terrorismo. Gli agenti di attività che si occupano dell'incasso e del trasferimento dei fondi dovranno conservare per 10 anni una copia del titolo di soggiorno se chi ordina l'operazione è cittadino extracomunitario. La cancellazione dall'elenco degli agenti è la sanzione per chi non ottempera a tale obbligo.

Inoltre, lo straniero che, raggiunto da provvedimento di espulsione, continua a rimanere illegalmente in Italia nonostante il provvedimento del questore, va incontro ad una pena detentiva da sei mesi a un anno se l'espulsione è stata disposta perché il permesso di soggiorno è scaduto da più di 60 giorni e non ne è stato chiesto il rinnovo o se la domanda di titolo di soggiorno è stata rifiutata. La pena va da uno a quattro anni se lo straniero è raggiunto da un provvedimento di espulsione perché è entrato in Italia illegalmente o non ha chiesto il permesso di soggiorno nel termine prescritto, in assenza di cause di forza maggiore. La pena aumenta da uno a cinque anni se lo straniero destinatario dell'ordine di espulsione e di un nuovo ordine di allontanamento continua a rimanere illegalmente in Italia.

Rischia il carcere fino a tre anni chi dà in alloggio o affitta anche una stanza a stranieri che risultino irregolari al momento della stipula o del rinnovo del contratto di locazione. Ma ci deve essere un ingiusto profitto. Le nuove norme prevedono tra l'altro l'istituzione presso il ministero dell'Interno di un fondo rimpatri per finanziare le spese per il rimpatrio degli stranieri verso i Paesi di origine.

Nel provvedimento trovano posto le ronde, fortemente volute dalla Lega: associazioni di cittadini potranno segnalare alle forze dell'ordine situazioni di disagio sociale o di pericolo. Saranno iscritte in elenchi, non potranno essere armate e prioritariamente dovranno essere formate da ex agenti.

In arrivo anche il 'registro dei clochard': coloro che sono senza fissa dimora saranno schedati in apposito registro istituito presso il Viminale.

Ritorna il reato di oltraggio a pubblico ufficiale: chi insulta un pubblico ufficiale rischia fino a 3 anni di carcere. Ma se si risarciscono agente ed ente cui questo appartiene, il reato si estingue. Nessuna condanna, invece, se è il pubblico ufficiale ad aver commesso atti arbitrari.

Il provvedimento del governo affronta anche questioni legate ai reati di mafia: vengono inasprite le norme del 41 bis, che ora prevede una detenzione più lunga di 4 anni. Inoltre, per impedire che dalle carceri i boss mafiosi possano esercitare il loro potere sul territorio, i detenuti sottoposti al 41-bis saranno destinati all'interno di istituti a loro esclusivamente dedicati, preferibilmente in aree insulari, o comunque all'interno di sezioni speciali e logisticamente separate dal resto dell'istituto e custoditi da reparti specializzati della polizia penitenziaria. Stretta anche sui colloqui con parenti e avvocati e sull'ora d'aria: la permanenza all'aperto sarà ancora consentita, ma con maggiori restrizioni: non potrà superare le due ore e non potrà aver luogo tra più di quattro persone. Saranno introdotti alcuni accorgimenti per evitare che si comunichi tra detenuti, si scambino oggetti e si cuociano cibi. Si punisce con la reclusione da uno a quattro anni chiunque consenta ad un accusato di mafia, sottoposto a regime del carcere duro, di comunicare con altri.

Rimarranno intatti i poteri del Procuratore antimafia, che in un primo momento si era pensato di modificare. Nel provvedimento, poi, è stata reintrodotta la norma che esclude da appalti pubblici gli imprenditori, se non denunciano le estorsioni nei loro confronti. Il testo approvato dalla Camera era stato modificato rispetto a quello varato dall'assemblea di palazzo Madama: ora è prevista la possibilità dell'esclusione di punibilità per l'imprenditore che non ha denunciato per 'stato di necessità''.

Il provvedimento contiene anche le norme 'anti-writers': carcere fino a tre mesi e multa da mille a tremila euro per chi danneggia cose di interesse storico o artistico. Se il fatto è commesso su beni immobili o mezzi di trasporto pubblici la pena è la reclusione fino a sei mesi o la multa fino a mille euro. Punito con la sanzione amministrativa di mille euro anche chi vende bombolette spray contenenti vernici non biodegradabili ai minori di diciotto anni. Previste inoltre norme a favore del decoro urbano: sanzioni amministrative non inferiori a 500 euro per chi sporca le strade e multe da 500 a mille euro per chi getta rifiuti dal finestrino delle auto in sosta o in movimento.

In arrivo anche misure anti-accattonaggio: carcere fino a tre anni per chi si avvale per mendicare di un minore di quattordici anni.

mercoledì 29 aprile 2009

REGIONE LAZIO: PRC ESCE DALLA MAGGIORANZA

COMUNICATO STAMPA

  “Rifondazione lascia la maggioranza di governo della Regione Lazio”. La decisione è stata presa ieri sera all’unanimità dal Comitato politico regionale e comunicata oggi nel corso di una conferenza stampa dalla segretaria regionale del Prc  Loredana Fraleone e dal capogruppo alla Pisana Ivano Peduzzi. “Una decisione – ha spiegato Fraleone -  su cui la condivisione del partito è stata totale, fondata su ragioni oggettive. Abbiamo assistito a un progressivo allontanamento del presidente Marrazzo da quelli che erano gli impegni programmatici e nell’ultima fase a una vera e propria rottura. Basta pensare al ticket sanitario, che inizialmente era stato abolito e che ora è stato reintrodotto e persino aumentato rispetto a quello di Storace, e al caso emblematico dell’inceneritore di Albano a cui la Regione  ha dato il via libera nella Conferenza dei servizi della settimana scorsa. Ma così facendo Marrazzo non ha rotto solo con noi,  ha rotto anche con la cittadinanza. Il suo livello di compromissione  con i poteri forti è tale che non crediamo si spezzerà da qui a un anno. Certo, tutto è possibile. Ma se la situazione resta questa non potremo condividere una eventuale sua ricandidatura. Questo per noi è un elemento di coerenza”.
 “Gli impegni che erano stati presi  in campagna elettorale  - ha aggiunto Fraleone - sono diventati carta straccia. Il caso dell’inceneritore di Albano e della turbogas di Aprilia la dicono lunga su come vengono affrontate le questioni di carattere ambientale e persino industriale. La crisi che viviamo impone scelte alternative e politiche ambientali che creino una nuova concezione dello sviluppo e nuova occupazione.  Nel Lazio, assistiamo a una deriva privatistica che impoverisce una serie di attività strategiche che potrebbero rispondere alla crisi. Marrazzo mostra un’incapacità di cogliere questi nodi e una subalternità rispetto alle politiche nazionali che consegnano al mercato settori importanti” . 
 “Da mesi  – ha proseguito Peduzzi - chiediamo un confronto sul programma di fine legislatura ma non abbiamo ricevuto da Marrazzo nessuna apertura. Si sancisce così la volontà di fare a meno del partito della Rifondazione comunista”. Poi tornando sulle prossime regionali ha aggiunto: “ La presentazione di Marrazzo come candidato significherebbe che il Pd intende consegnare la Regione al centrodestra. Se, invece, la scelta cadrà su un candidato diverso vorrà dire che il quadro sta cambiando e a quel punto valuteremo il da farsi. Oggi alla Regione siamo in un clima berlusconiano. E’ più di un anno e mezzo che non si fa una riunione di maggioranza e si prendono decisioni oligarchiche da parte di una Giunta monocolore. Siamo  allo svuotamento delle istituzioni democratiche e del ruolo costituzionale degli enti locali”.
 
 
                                                                                    Roma, 28 aprile

martedì 28 aprile 2009

PROVOCAZIONE ALLA AUSL/RM/D ........L'ENNESIMA....!

...Ieri, 27 Aprile, si è svolta una partecipata assemblea pubblica nei locali AUSL del TSMREE,i n Via del Sommergibile, dove hanno parecipato lavoratori/trici, cittadidi utenti e delegati/e della RSU, per discutere sulle problematiche riguardanti i Servizi Socio Sanitari del 13 Municipio - Distretto 2, anche in seguito alla chiusura del presidio Sant'Agostino e al trasferimento e alla collocazione dei servizi, ivi esistenti.

Per tutta risposta dalla Direzione Generale della AUSL/RMD, tramite gli organi di informazione ( Ostia Oggi ) viene riportato un'attacco al sottoscritto e di conseguenza al Coordinatore RSU, Eugenio Bellomo accompagnato da espliciti " inviti" , nei miei confronti che in realtà sono veri e propri "avvertimenti minacciosi", paventando, inoltre, che le dichiarazioni e le critiche da me fatte risponderebbero solo ad una...." posizione strumentale e di carattere " politico "...." ...sic!!!
La Direzione Aziendale nel suo comunicato, negando, peraltro, l'evidenza, non solo sostiene che, quanto espresso, dal sottoscritto ,in merito allo stato e alla condizione dei Servizi Socio Sanitari non corrisponda alla realtà.......per questo ci sono i fatti a parlare e le segnalazioni e le denunce che da tempo stiamo facendo...., ma entra nelle questioni di vita interna e nelle scelte sindacali, sostenendo che io non avrei titolo a parlare perchè il Coordinatore della RSU è Eugenio Bellomo.

Ricordiamo ai questi Padroni della Cosa Pubblica che il Coordinatore della RSU ha una funzione di Coordinamento e che ciascun delegato ha il diritto , nonchè il dovere di esprimere e rappresentare le istanze e le problematiche relative alla difesa dei diritti delle/gli lavoratrici/tori edegli stessi cittadini/utenti e che un conto è il rapporto, dentro un sistema di relazioni sindacali CORRETTE, dove ciascuno ha il suo ruolo, la sua funzione e le sue prerogative, altro è l'autonomia e la libertà dell'essere e dell'agire sindacale, per non parlare della libertà d'espressione e la libera circolazione delle idee che riguarda ciascun cittadino..... LA COSTITUZIONE ANCORA ESISTE....!
Indubbiamente il Berlusconismo ha fatto lezione e proseliti...........
Questo è un'ulterio episodio di una lunga serie fatta di trasferimenti punitivi, vessazioni, intimidazioni che da tempo regnano nella AUSL RM/D, ci si chiede solo una cosa dove sono le forzze politiche di sinistra, di centro e, perchè no di destra...? Fanno finta di non sapere?

Le cose che da più parti, al buio dei riflettori ,vengono dette perchè non divengono una chiara presa di posizione contro un modo di gestire la Cosa Pubblica come se, questa, fosse una Cosa Loro che non appartiene ai cittadini e a chi ci lavora???!!!
Rivolgo un appello alle Organizzazioni Sindacali tutte, alle Associazioni, alle Forze Sociali e Politiche per promuovere un confronto pubblico......PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI....!........INTANTO CHIEDIAMO CHE LA RSU INDICA UN'ASSEMBLEA PRESSO LA SEDE AZIENDALE DI CASAL BERNOCCHI....!!! Cari saluti, cesare

28/04/2009

giovedì 23 aprile 2009

Obama, Cuba e l'America Latina che cambia

Obama, Cuba e l'America Latina che cambia

«L'America Latina è la regione delle vene aperte. Dalla sua scoperta fino ai giorni nostri tutto si è sempre tramutato in capitale europeo o, più tardi, americano e come tale si è accumulato e si accumula in lontani centri di potere. Tutto: la terra, i suoi frutti e le sue profondità ricche di minerali, gli uomini e la loro capacità di lavoro e consumo, le risorse naturali e quelle umane. Il modello di produzione e la struttura delle classi sociali sono state successivamente determinate, dall'esterno, attraverso la loro incorporazione nell'ingranaggio universale del capitalismo». Sono brani tratti da "Le vene aperte dell'America Latina", di Edoardo Galeano, un saggio straordinario.

Fabio Amato
Il presidente Chavez non poteva scegliere libro più appropriato da regalare a Barack Obama in occasione del vertice delle americhe svoltosi nei giorni scorsi a Trinidad e Tobago. Mi era capitato di riprenderlo fra le mani pochi giorni fa, per prepararmi ad un'iniziativa pubblica con Ignacio Ramonet, già direttore de "le Monde Diplomatique", nonché profondo conoscitore del continente sub americano e sostenitore della primavera latinoamericana. E' un libro affascinante per come è scritto ed è imprescindibile, per chiunque voglia conoscere e capire quanto profonde sono state le ferite di secoli di colonialismo ed imperialismo che hanno nei decenni perpetrato ingiustizie e rapina di risorse in quel l'angolo di pianeta, il continente con le più grandi disuguaglianze sociali del mondo.Dove un'elite piccola, grazie a sanguinarie dittature e all'appoggio incondizionato e sistematico delle varie amministrazioni nordamericane, ha depredato le sue immense ricchezze in complicità con le multinazionali del gigante del nord americano e dell'Europa, lasciando milioni di disperati nelle favelas e nella miseria.
Leggendo le pagine di quel libro, si capisce molto facilmente il perché, per tutti i paesi dell'America Latina, la Rivoluzione cubana - quella di una piccola isola dei caraibi, che dista solo 90 miglia dalle coste della Florida - rappresenti ancora oggi un simbolo di dignità e di riscatto. Sono Lula, il presidente vescovo Lugo, insieme a Chavez, Correa, Morales e a tanti altri a chiedere con determinazione, dal primo momento in cui si sono insediati, che gli Stati Uniti rimuovano il blocco commerciale ed economico che dal 1962 strangola l'economia dell'isola ribelle.
La rimozione dell'embargo è quindi una questione che va aldilà dei rapporti bilaterali fra Cuba e Stati Uniti. E' una precondizione per un nuovo inizio con tutta l'America latina. Perché rimuovere l'embargo significa porre fine alla disastrosa ed immorale dottrina di politica estera per la quale l'America Latina era il giardino di casa degli Stati Uniti. Cuba è per tutti questi popoli un simbolo di resistenza e difesa della propria sovranità e del proprio diritto all'autodeterminazione, contro le pretese egemoniche e neocoloniali. Porre fine al blocco significa rinunciare ai tentativi costanti ed anche recenti di Washington di voler scegliere il destino dei paesi considerati poco più che colonie, dall'appoggio ai colpi di stato e ai disegni di destabilizzazione, che non sono ancora finiti, e non appartengono solo al secolo scorso.
Basti pensare al fallito colpo di stato contro il Venezuela del 2002, o all'appoggio sfacciato dell'ambasciatore nordamericano all'oligarchia boliviana della mezza luna, nel suo intento, tutt'altro che sopito, di sabotare e rimuovere Evo Morales. Solo pochi giorni fa, vale la pena ricordarlo, Morales è scampato ad un piano di assassinio nei suoi confronti. Un nuovo inizio quindi significa rispettare la sovranità ed il diritto all'autodeterminazione di tutti i popoli latinoamericani.
Rimuovere l'embargo è quindi precondizione per aprire un nuovo inizio non solo con Cuba, ma con tutti i paesi oggi governati da forze progressiste e di sinistra, con programmi antiliberisti che hanno come priorità la difesa delle risorse nazionali e la redistribuzione della ricchezza. Il blocco commerciale contro Cuba è un atto illegittimo e contro il diritto internazionale. Condannato per ben 17 volte di seguito da parte dell'assemblea generale delle Nazioni Unite con il voto favorevole di tutti gli Stati del mondo, tranne Usa, Israele e qualche isoletta paradiso fiscale. Un blocco che ha significato per Cuba e il suo popolo costi economici e politici altissimi.
Non è solo Fidel Castro a sostenere che la sua rimozione è un atto di giustizia e di risarcimento di 50 anni di assedio, nonostante il quale Cuba ha mantenuto le sue conquiste sociali, e continuato ad esportare istruzione e cultura in tutta l'America Latina e in Africa. E' stata Cristina Kirchner, la presidente argentina, che ha rivolto le seguenti parole a Barack Obama: «La fine dell'embargo contro Cuba non può essere un punto di arrivo di un percorso ma una precondizione». Anche l'Argentina, d'altronde, ha tristi ricordi di cosa ha significato l'interesse di Washington per i suoi destini. E ha subìto le conseguenze del modello neoliberale imposto dagli organismi che hanno guidato la globalizzazione capitalista.
Certo, per Obama, non sarà semplice rimuovere in due giorni un blocco che dura da decenni. Ma coloro sostengono che aver ribadito la permanenza del blocco sia un favore a Cuba e a Fidel fanno un'offesa alla verità, oltre che dire una grandiosa stupidaggine. Forse una copia del libro di Galeano andrebbe regalata anche a loro. Cuba stessa, per la prima volta, ha chiesto formalmente una sua sospensione per via dei devastanti uragani che l'hanno flagellata nello scorso anno, con per fortuna pochissime perdite umane, grazie al suo sistema di prevenzione, preso a modello dalle Nazioni Unite.
La risposta da parte di Bush è stata naturalmente la chiusura totale. Oggi Obama, rimuovendo solo le nuove sanzioni che proprio Bush aveva introdotto, dà un segnale di speranza, ma che in termini concreti significa ben poco. Anche da L'Avana, Raul, ha aperto al dialogo. Chavez, reinviando un diplomatico negli Usa, ha fatto lo stesso. Ma alle dichiarazioni devono seguire gesti concreti. Per questa ragione, il testo finale dell'incontro, nel quale non vi era accenno alla rimozione del blocco, non è stato firmato per l'opposizione dei paesi dell'Alba. Che non lasceranno sola Cuba nella sua battaglia per la difesa del suo diritto all'autodeterminazione. E che chiedono che a cambiare sia una storia, lunga decenni, di sopraffazioni e di ingerenze. Una storia che è stata negli anni recenti quella del tentare di imporre trattati di libero scambio e di politiche economiche volte a impiantare quel modello neoliberista che sta crollando su se stesso, a partire dagli Stati Uniti.
Sempre Galeano, in un'intervista all' Unità del 2002 sull'America latina e la crisi argentina, descriveva tutto ciò con queste profetiche parole: «Oggi stiamo ipotecando il destino di intere generazioni. Il meccanismo dei prestiti internazionali è come un cappio stretto intorno al collo di un condannato che si lascia deliberatamente in fin di vita. Il debito estero di fatto impedisce ai governi democraticamente eletti di decidere quale tipo di politica economica e sociale utilizzare per risolvere i problemi strutturali tipici dei paesi del cosiddetto terzo mondo. In America Latina non vola una mosca senza il permesso dell'alta finanza internazionale. I tecnici e gli economisti degli organismi finanziari decidono su tutto. I nostri paesi non sembrano capaci di governarsi da soli e ricorrono a governanti che sono teleguidati dall'esterno, come marionette. Ogni volta che un ministro dell'economia sudamericano vuole emettere un decreto, anche il più piccolo e insignificante, anche per decidere se dipingere una porta o cambiare un citofono, viaggia prima a Washington per chiedere il permesso. Questa è la regola d'oggi: i creditori possono decidere assolutamente tutto nella vita dei debitori. Arrivano i prestiti, ci strangolano con condizioni che bloccano il nostro futuro, ci fanno pagare quattro dollari per ogni dollaro che riceviamo e noi in coro diciamo "che bello", "che fortuna, siamo finalmente incorporati alla cosiddetta comunità internazionale". Abbiamo bisogno di recuperare la nostra ormai perduta dignità nazionale. Ma non è facile».
Non sarà facile uscire dal neoliberismo e da questo modello economico, ma ora, l'America latina, grazie anche a Cuba e alla sua dignità, ci sta davvero provando. Ed è questo il nuovo inizio di cui c'è bisogno.

Liberazione
21/04/2009

25 aprile: ORA E SEMPRE RESISTENZA!


L'idea sarebbe di partecipare alla manifestazione a Roma e poi al ritorno fermarsi ad Acilia, piazza capelvenere, per il pranzo organizzato dal circolo di RIFONDAZIONE COMUNISTA.
Chi è interessato può dare conferma a Marco, così può avvisare i compagni di Acilia.
Per andare a Roma, l'appuntamento è alle 9.15 alla stazione lido centro, per prendere il trenino delle 9.30.

lunedì 20 aprile 2009

liberazione


Beppe Lopez

Fare di necessità virtù. E’ la via per uscire “da sinistra” dalla crisi economica. Ed è la via che “Liberazione” sta cercando di imboccare per trasformare le sue attuali difficoltà in opportunità. Non sarà facile. Ma di una cosa si può star certi, sin d’ora: che il nostro giornale uscirà da questa sua fase entrando nel mondo della comunicazione globale. In Internet.

Sinora, cliccando www.liberazione.it, ogni persona, in ogni parte del mondo, poteva leggere tutto il giornale, scaricato automaticamente in rete dal nostro sistema editoriale. Una comunicazione unilaterale e arcaica, che privava i nostri lettori ed il nostro giornale di tutte le potenzialità informative e partecipative offerte dalla rete.

Annunciamo ora che, in tempi ragionevolmente brevi, “Liberazione” sarà presente in rete con un proprio sito. Ci stiamo già lavorando. E perciò, per ragioni tecniche, da oggi i nostri frequentatori di rete potranno trovare solo la prima pagina.

Scusandoci per questo, diciamo che il nostro sito sarà, innanzitutto, un blog. Uno spazio democratico interattivo, nel quale si realizzi - nel migliore e più efficace dei modi - l’incontro tra informazione e comunicazione, fra tecnica della gerarchizzazione delle notizie e verifica puntuale della sua correttezza, fra realtà raccontata dai raccontatori di professione e realtà vissuta in prima persona.

Oggi la rete tende a differenziarsi e quasi a spaccarsi in due: da una parte il “magma” informativo e partecipato, senza “gerarchie” ma spesso anche confuso e confondente, e dall’altro le “grandi testate”, che insieme alla Grande Informazione impongono, grazie alla professionalità di chi le fa, la gerarchia delle notizie che fa comodo a lorsignori.

“Liberazione” tenterà una terza via, che è poi quella semplicemente richiesta dalle persone in carne ed ossa e consentita dalle tecnologie: stare in quel “magma” con capacità tecniche e onestà intellettuale e, insieme, non perdere di vista la grande informazione, ponendosi rispetto ad essa come osservatorio critico.

Stiamo lavorando alla definizione di un contenitore vivace, moderno, capace di parlare di cose e valori permanenti con un linguaggio moderno. Lo faremo con gradualità, misurando quotidianamente i passi possibili, ma questa è la direzione di marcia. Progressivamente, troverete nel sito una serie di “servizi” non solo per capire la politica e i problemi del mondo, ma anche per capire e vivere la libera, concreta e democratica convivenza con gli altri e con i “diversi”. Le notizie in aggiornamento sistematico, l’anticipazione di servizi e inchieste, l’aggiornamento sul dibattito politico, le storie delle persone, i video, le vignette, una selezionata rassegna stampa... E soprattutto spazi privilegiati per i lettori, i compagni, i cittadini, gli individui, che potranno dire la loro (e chiedere e ottenere, quando lo riterranno, risposte) in una misura e con una evidenza ben maggiori di quelle consentite dai limiti del giornale di carta.

lunedì 6 aprile 2009

DISMISSIONE ENASARCO: FIRMA ANCHE TU PER RIMETTERE IN DISCUSSIONE L'ACCORDO

FIRMA ANCHE TU
PER LA REVISIONE DELL’ACCORDO FIRMATO
TRA LA FONDAZIONE ENASARCO E I SINDACATI
SENZA IL CONSENSO DEGLI INQUILINI.
• Il prezzo di vendita di partenza deve essere fissato al gradino più basso (e non al prezzo medio) del valore indicato dalle agenzie territoriali, deve tenere conto dello stato di conservazione dell’immobile e dell’anzianità di residenza nell’alloggio.
• Lo sconto del 40% (e non del 30%) deve essere applicato direttamente ad ogni inquilino al momento dell’opzione d’acquisto.
• La Regione e il Comune insieme ai Municipi, devono garantire piena tutela per tutti coloro che non optano per l’acquisto, soprattutto per i soggetti deboli (anziani ultrasessantacinquenni, invalidi, nuclei con redditi derivanti da lavori precari, monoreddito e disoccupati), anche attraverso l’acquisizione diretta degli alloggi invenduti.
• Allargamento del Fondo regionale per l’erogazione dei mutui agevolati con il tasso d’interesse all’1% (e non mutui affidati alle banche).
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La raccolta deve terminare entro il 30 aprile 2009 e quindi per quella data ognuno deve impegnarsi a farli arrivare in Via dell'Aeroporto 129.
Per eventuali chiarimenti potete chiamare STEFANIA: tel. 3462125263
AS.I.A. – RdB e Coordinamento dei comitati degli inquilini Enasarco - Via dell’Aeroporto, 129 00175 Roma Tel. 06 7628280 - fax 7628233 e-mail: info@asia.rdbcub.it sito: www.asia.rdbcub.it

STRISCIONE CIRCOLO

venerdì 3 aprile 2009

Comunicato stampa

Contro le dimensioni strutturali del razzismo che scaturiscono dalla proliferazioni di politiche e pratiche istituzionali che promuovono comportamenti discriminatori e violenza.
Assemblea nazionale degli immigrati e delle immigrate
Roma 5 aprile 2009

Il prossimo 5 aprile si incontreranno a Roma cittadini immigrati e immigrate proveniente da tutta Italia, tra essi portavoce di organizzazioni e singoli individui. All'ordine del giorno, la discussione sulla necessità di opporre all'onda razzista, xenofoba e discriminatoria seguita ai nuovi provvedimenti dell'attuale governo - che si sommano alle conseguenze devastanti prodotte dalla Bossi-Fini - una risposta responsabile e tempestiva che parta dagli stessi immigrati/e.
I promotori concordano nel affermare che la grave crisi economica e sociale che colpisce l'intera collettività tocca in modo particolare lavoratrici e lavoratori immigrati. Oltre a licenziamenti e cassa integrazione i migranti sentono che la loro scelta di costruire un futuro in questo paese corre un serio pericolo, essi infatti rischiano:
- di perdere il permesso di soggiorno perché legato indissolubilmente al contratto di lavoro;
- di perdere l'alloggio non potendo più pagare affitti e mutui;
- di finire nei centri di detenzione e identificazione;
- e infine di venire espulsi, una volta costretti alla clandestinità.

E affermano che è necessario rilanciare il protagonismo e l’auto-organizzazione, l’auto-rappresentanza e l’autotutela dei cittadini immigrati attraverso azioni e iniziative da concordare e mettere in atto in tempi brevi tra cui:

1)riprendere la lotta per la cittadinanza: riconoscimento ai figli nati in Italia di essere italiani dalla nascita; denuncia delle lungaggini e l'uso improprio della discrezionalità nella concessione della cittadinanza;
2)costruire una campagna che preveda non solo l’appoggio agli operatori sanitari che rifiutano i recenti provvedimenti del decreto sicurezza, ma anche una raccolta firme locale e nazionale per chiedere l'abolizione delle norme che si configurano come attacco specifico ai cittadini immigrati contenute in questo decreto, in altri decreti e nelle ordinanze comunali

L'assemblea del 5 aprile costituisce un importante appuntamento nazionale pubblico e sarà la sede dove decidere, in forma assembleare e partecipata, quale organizzazione o soggetto, quali strumenti e metodologie usare per ottenere il rispetto dei cittadini immigrati, dei loro diritti e la garanzia di sicurezza per l'intera società di cui sono una parte importante.

Promuovono:
Ass. Dhuumcatu (Roma); Ass. UCI (Roma); Ass. FOCSI (Roma); Ass. Bangladesh (Roma); Comitato Immigrati (Roma); Uai (Como); Sdl intercategoriale; Ass. Insieme per la pace (Milano); Ass. Todo cambia (Milano); Centro delle Culture (Milano); Ass. Senegalesi Toscana; Ass. Punto di partenza; Movimento lotta per la casa (Firenze); Ass. Senegalesi (Firenze); Ass. El Mastaba (Firenze); Ass. Arcobaleno (Riccione); Sunugal (Milano); FAT; Studio 3R di mediazione; MFMA Ecuador; Centro delle Culture (Firenze); Comitato Immigrati (Napoli); Andres Barreto (Roma); Vojslao Stojanovrc (resp. Immigrazione PRC-Torino); Mohamed Badaoui.

- 3398127020 / 3479250741 / 3392328678 / 3402392099 -

mercoledì 1 aprile 2009

Conferenza stampa alle ore 12 in via delle Vergini

Roma, 1 apr. (Adnkronos) - ''Abbiamo assistito con sgomento al consiglio straordinario di ieri indetto per discutere il progetto della Casa della Cultura nell'ex colonia Vittorio Emanuele di Ostia. La maggioranza in XIII Municipio ha violato le norme di legge sugli appalti pubblici votando una delibera che cambia la destinazione d'uso degli spazi della ex colonia, destinandoli a funzioni che nulla hanno a che vedere con quelle stabilite dalla gara d'appalto''. Lo sostengono in una nota i cittadini della Rete Sociale del municipio XIII di Roma, che, ''per denunciare la violazione delle piu' elementari regole democratiche'' e ''il mancato rispetto delle procedure'' indicono per domani una conferenza stampa alle ore 12 in via delle Vergini nella sede dei gruppi consiliari comunali.

La giunta Vizzani, sostengono, ''intende sostituire i servizi sociali e culturali previsti dal progetto originario (gia' finanziato con 3 milioni di euro da Comune di Roma e Regione Lazio) con le stanze dell'ufficio tecnico e la caserma dei Vigili urbani''.

Conferenza stampa

Roma, 1 apr. - (Adnkronos) - ''Un consiglio municipale blindato, strade chiuse e presidiate dalle forze dell'ordine, una maggioranza sorda alle richieste della cittadinanza e un atteggiamento offensivo nei confronti dei rappresentanti della Regione intervenuti in aula''. Cosi' il capogruppo del Prc alla Pisana, Ivano Peduzzi, commenta il consiglio straordinario del Municipio XIII di Roma che si e' tenuto ieri per decidere le sorti della Casa della cultura nell'ex colonia 'Vittorio Emanuele' di Ostia.

''Ero presente in aula, insieme all'assessora regionale alla Cultura, Giulia Rodano, per aprire un confronto con l'amministrazione locale e chiarire cosi' l'utilizzo di un milione di euro stanziati dalla Giunta regionale nel 2006, a sostegno del progetto delle associazioni. La Casa della cultura ha infatti ricevuto un finanziamento congiunto Comune-Regione, pari a complessivi tre milioni di euro. Per questo, ho chiesto piu' volte al presidente Vizzani di sospendere la seduta per aprire un tavolo istituzionale di confronto. Cio' nonostante - continua Peduzzi - la maggioranza di centrodestra, con un blitz che non esito a definire autoritario, ha deciso comunque di procedere al voto facendo passare una delibera che cambia la destinazione d'uso degli spazi dell'ex colonia, senza lasciare all'opposizione neanche il tempo necessario per il dibattito''.

''Questo episodio - continua - oltre a rappresentare un gravo sgarbo istituzionale e a violare con ogni probabilita' le norme di legge sugli appalti pubblici, ha inevitabilmente creato una forte tensione sociale che e' sfociata nel malumore espresso dai rappresentati delle associazioni che assistevano alla seduta. Contrariamente a quanto riportato da alcuni giornali, i cittadini hanno solo manifestato legittimamente il loro dissenso, opponendosi come potevano a una votazione che, di fatto, ha stravolto il progetto originario senza tener conto delle parti in causa. Per questo motivo - conclude il capogruppo di Rifondazione comunista - prendero' parte alla conferenza stampa indetta dai rappresentanti dei cittadini e che si terra' domani, alle 12, in via delle Vergini''.

EMERGENZA DEMOCRATICA NEL TREDICESIMO MUNICIPIO

Dopo l’incredibile consiglio municipale di ieri, blindato dalla polizia e dai carabinieri, la giunta Vizzani ha confermato la sua intenzione di cancellare il progetto di Casa della Cultura, violando le elementari regole democratiche e probabilmente anche delle procedure sulle norme degli appalti pubblici. Anche l’assessore regionale Rodano che ha partecipato alla riunione evidenziando il vincolo socio culturale del finanziamento della Regione Lazio, è stata A PIU RIPRESE derisa, con frasi come: “...qui comandiamo noi....questa chi l’ha invitata....” Oggi su alcuni organi di stampa leggiamo l’inverosimile, si parla di aggressione ai danni dei consiglieri della maggioranza!!! La vera aggressione è ai danni dei cittadini a cui Vizzani vuole sottrarre funzioni sociali e culturali sostituendole con funzioni tecniche fittizie che nulla hanno a che fare con il progetto originario. Denunciamo una vera e propria emergenza democratica sul ns territorio. Abbiamo indetto una conferenza stampa per domani in Campidoglio alle ore 12 (dobbiamo avere la conferma della sala), a cui è importante partecipare numerosi per dare il segno di una reazione civile e di una mobilitazione forte e allargata. Il Cantiere sociale
01/04/2009

domenica 22 marzo 2009

Convocazione assemblea immigrati/e


ASSEMBLEA NAZIONALE DEGLI IMMIGRATI E DELLE IMMIGRATE
“Per riuscire a cambiare realmente le nostre vite in Italia, in Europa occorre una presa di parola, forte e decisa... da parte nostra”
Il 15 febbraio scorso un gruppo di cittadini/e immigrati/e si è incontrato a Firenze, un appuntamento pubblico, perché eravamo e siamo convinti che solo a partire da un confronto e da una discussione seria sulla necessità di opporci, con determinazione, all’onda razzista, xenofoba e discriminatoria che il governo ha sapientemente alimentato con i suoi annunci, provvedimenti e decreti, potremo dare un senso alla protesta che giustamente viene da più parti in questo particolare momento. Non abbiamo dubbi che questa linea politica sia la continuazione di quanto posto in essere dai passati governi di centro sinistra e destra, che insieme hanno creduto che andare incontro alle richieste di quella parte della cittadinanza italiana, che si ritiene “doc” e guarda con disprezzo chi è diverso, fosse elettoralisticamente producente.
Questa politica del governo è fatta, anche, per disorientare il resto della popolazione italiana convincendola attraverso un bombardamento mediatico dell’esistenza di un terribile nemico facilmente individuabili tra i cittadini/e immigrati/e e cittadini rom. Abbiamo deciso a Firenze di rivederci a Roma per proseguire il nostro cammino, che parte da lontano: dall’esperienza nell’associazionismo, nei sindacati e anche nel percorso che alcuni di noi ha fatto nel CII (Comitato Immigrati in Italia). Ci siamo dati il compito di proseguire nel coinvolgimento di quella parte della cittadinanza che non ritiene umanamente accettabile il comportamento e le scelte del governo in materia di immigrazione, oltre al maggior numero possibile di immigrati/e.
Noi che, come i milioni di immigrati nel mondo, negli USA e nella fortezza Europa, abbiamo fatto nostro lo slogan: “qui siamo e qui rimaniamo”, siamo convinti che solo una presa di coscienza chiara e decisa potrà ridarci la forza per difendere la nostra dignità ed il ruolo che svolgiamo in questo paese, e crediamo sia giunta l’ora di chiamare gli immigrati/e e gli italiani/e antirazzisti/e a costruire resistenza, ad attrezzarci per difendere i nostri diritti, che sono i diritti di uomini e donne che non si arrendono alla marcia vergognosa di un governo che segrega, fa sparire, e condanna all’incertezza migliaia di persone, un governo che insiste nell'imporre il loro concetto di “italianità”.
La nostra proposta è questa: incontriamoci, parliamo, discutiamo del nostro futuro, insieme poniamo le basi per costruire la più ampia unità possibile di tutte e tutti gli immigrati/e, senza dimenticare che solo costruendo organizzazione e soggettività riusciremo a contrastare l’invisibilità, la clandestinità e saremo finalmente protagonisti della nostra vita, del nostro futuro, capaci di incidere in ambito sociale, economico e politico e di costruire alleanze e convivenza fraterna con i cittadini italiani. Riteniamo questo appuntamento, un passaggio decisivo, per decidere in forma assembleare e partecipata, quale organizzazione o soggetto, quali strumenti e quali metodologie usare per attuare le iniziative necessarie per ottenere, come cittadini immigrati, rispetto dei nostri diritti e garanzia di sicurezza e giustizia sociale per noi e per l’intera società, della quale siamo una parte importante.

E´ GIUNTA L’ORA DI AFFERMARE IL PROTAGONISMO SOCIALE E POLITICO
DEGLI IMMIGRATI E DELLE IMMIGRATE
ROMA 5 aprile 2009
ASSEMBLEA NAZIONALE
Dalle ore 10.00 alle ore 15.00
indirizzo: Via Galileo 57
(Vicinissimo Piazza Vittorio / stazione Termini)
Promuovono:
Unione Cittadini Immigrati Roma, Movimento Migrantes Y Familiares MFAM – Ass. Todo cambia Milano – Comitato Immigrati Napoli – Ass. Dhuumcatu - Lega Albanesi Illiria – Ass. Filippini Roma – Comitato Immigrati Roma – Ass. Sunugal Milano - Ass Insieme per la Pace - Ass Mosaico Interculturale – Federazione Senegalesi della Toscana – SdL intercategoriale - Ass. FOCSI (Roma); Ass. Bangladesh (Roma); Uai (Como); Centro delle culture (Milano); Ass. Punto di partenza; Movimento lotta per la casa (Firenze); Ass. El Mastaba (Firenze); Ass. Arcobaleno (Riccione); Sunugal (Milano); FAT; Studio 3R di mediazione; Centro delle culture (Firenze); Andres Barreto (Roma); Vojslao Stojanovrc (resp. Immigrazione PRC-Torino); Mohamed Badaoui – ass. interculturale Todo Cambia (Milano)...

giovedì 19 marzo 2009

LETTERA APERTA

Firenze, 02 marzo 2009

LETTERA APERTA


Al Presidente Camera dei Deputati
On. Gianfranco FINI


Ai Vice Presidenti
On. Rosy BINDI
On. Rocco BUTTIGLIONE
On. Antonio LEONE
On. Maurizio LUPI

e.p.c.
ai Deputati Capogruppo dell’opposizione

Onorevoli Deputati,

noi, organizzazioni e persone firmatarie, riunitesi in assemblea a Firenze lo scorso 15 febbraio, abbiamo deliberato di manifestarvi attraverso questo mezzo la nostra preoccupazione e la nostra indignazione per le conseguenze pratiche e per la lesione al Diritto che comporterebbe l’applicazione delle norme contenute nei recente provvedimenti del Governo in materia di pubblica sicurezza.

Dalle misure dei decreti si desume una visione esclusivamente problematica, patologica, nemica, di un fenomeno sociale naturale, quale è quello dell’immigrazione. Tutti i provvedimenti finora adottati del governo sono punitivi fino all’inverosimile, come a significare che i quattro milioni di migranti che viviamo in questo Paese fossimo, in modo anch’esso naturale, tendenzialmente delinquenti; e il resto della popolazione indifese vittime di questi barbari predatori e criminali.

Occorre ricordare, per esempio, quanto l’introduzione di misure come il “contratto di soggiorno”, nonostante l’ambigua retorica che sottende la sua motivazione, abbia spinto migliaia di migranti regolarmente soggiornanti da lungo tempo, all’irregolarità, a causa della precarizzazione del mondo del lavoro. Tale misura ha altresì comportato un aumento smisurato del lavoro delle questure, dovuto alla diminuzione della durata del permesso di soggiorno. Logica vorrebbe che si affrontasse questo problema, se non altro per dare un minimo di efficienza alla macchina statale.


Illustriamo questo tipo di situazione, che attiene soltanto all’ambito dell’efficienza amministrativa, dato che il clima di criminalizzazione e persecuzione, creato dal governo, porterebbe a considerare come pura utopia, interventi di civiltà e diritti quali, per citarne alcuni, la modifica inclusiva della legge sulla cittadinanza, il diritto di voto, l’introduzione di meccanismi di regolarizzazione.

Con il pretesto della deterrenza per fermare l’immigrazione clandestina, è stato previsto un complesso di provvedimenti tanto oppressivi e incostituzionali quanto inutili nella pratica.
La clandestinità, signori onorevoli, è il prodotto della quasi totale inesistenza di canali di ingresso legale. Far diventare reato l’ingresso clandestino, già considerato una violazione amministrativa; comporta un grave colpo alla costituzione, perché porta a punire la persona in quanto tale, per quello che è; non per il suo eventuale comportamento deviante.
La clandestinità come aggravante straccia il principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge: forse che la condizione giuridica di queste e questi cittadini li faccia divenire una sottospecie?
Il fermo nei cpt che di per se è incostituzionale, oggi con l’aumento della permanenza in tali centri significa perseverare nell’errore, nella punizione di quelli che sono nati nei posti sbagliati, nell’inutilità e assurdità dell’azione dello Stato. Sia per quanto riguarda i principi, ossia la detenzione in assenza di reato, sia per quanto riguarda la funzionalità del sistema. Il rapporto della Commissione De Mistura ha illustrato che, nel 2006, gli stranieri sprovvisti di permesso di soggiorno transitati nei cpt sono stati 22mila, 8mila dei quali identificati e di questi 6mila gli espulsi. Ha sottolineato inoltre che per il 60% si è trattato di persone che avevano già scontato delle condanne, e non sono state identificate in carcere, e di lavoratrici della cura. Questi dati dimostrano quanto siano inutili queste strutture per affrontare le questioni dichiarate: a dispetto della realtà il governo insiste nell’ aumentarne il numero e, quello che è peggio, nell’aumentare il tempo di detenzione amministrativa.
È evidente, onorevoli deputati, che la clandestinità è necessaria ad un mondo di economia sommersa tollerata dal governo, di fronte alla quale non è stato emesso provvedimento alcuno. Come se questo tipo di economia illegale e il mantenimento di manodopera vulnerabile e ricattabile fossero funzionali al sistema, fondato sulla supremazia del profitto rispetto al diritto della persona che quel profitto crea con il proprio lavoro.

Il carattere persecutorio delle politiche dell’attuale governo è tale che non si limita a punire coloro per i quali il ministro titolare ha fatto richiamo alla cattiveria; ma diventano vittime della mannaia securitaria anche i “buoni”, quelli che si vogliono “integrare”, quelli che contribuiscono al PIL in misura superiore a quanto viene loro devoluto in servizi.

In un Paese dove ancora oggi si nasce stranieri, la mancanza di possibilità di riconoscimento dei figli nati da donne in condizioni di irregolarità, oltre alla stranierità eterna, creerà una ulteriore sottospecie di persone; non soltanto nati stranieri, ma figli di nessuno.
I limiti alla iscrizione anagrafica basati sul reddito, introducono un criterio censuale nell’accesso ai diritti fondamentali. Data la centralità della residenza nella vita dei cittadini, il diniego di iscrizione ai registri comunali emarginerà ulteriormente migliaia di persone, con risultati catastrofici su tutti i piani.
Abitare in una casa idonea è un diritto. Com’è possibile che l’impossibilità di accesso ad un’abitazione dignitosa, per noi diventi ancora di più un dovere, e che siamo puniti con la pena dell’inesistenza giuridica e tutto quello che ne consegue, quando non “ottemperiamo”?

Tutto un complesso di misure che costituiscono le trame del tessuto fumogeno su cui poggia l’azione dell’attuale governo. Con uno spostamento del centro dei problemi veri che affliggono la nazione, attraverso il governo della paura, politicamente costruita, sulla quale parte consistente del governo si è conquistata il consenso.

L’utilizzo in chiave “etnica” dei condannabili episodi di violenza contro le donne, è una grave offesa alle donne stesse, perché sorvola il vero problema: l’aggressione maschile contro il corpo delle donne che, da fatto in grande prevalenza familiare e comunque trasversale a tutti i parametri sociali, culturali e geografici, diventa strumento di propaganda politica quando l’aggressore è straniero.

Non sfugge a nessuno che la condizione di vulnerabilità dei migranti ci rende i soggetti preposti a pagare per primi l’attuale crisi economica: siamo i primi ad essere licenziati, i primi a finire in cassa integrazione. Con il licenziamento si rischia il rinnovo del documento al quale è appesa la nostra vita, il permesso di soggiorno, e come conseguenza rischiamo la detenzione amministrativa e infine l’espulsione. Diteci signori onorevoli cosa c’è di giusto, di razionale, di logico in tutto questo. Abbiamo sperato che un provvedimento che ammortizzi tale ingiustizia fosse stato almeno pensato da qualche nostro legislatore.

Le ronde rappresentano l’abdicazione delle istituzioni a governare i fantasmi, nonché una vera delegittimazione degli organi preposti, formati e remunerati dall’intero Paese, noi compresi, per garantire l’ordine e la sicurezza pubblica per tutte e tutti.

Richiamiamo l’attenzione del Parlamento, attraverso le sue più alte cariche, affinché i legislatori e le legislatrici utilizzino gli strumenti che consente loro la legge per arrestare questa deriva politico- culturale, dai nefasti effetti materiale su milioni di persone che, come noi, qui hanno scelto di vivere, di contribuire, di riprodursi. Si tratta di una questione di civiltà, nella patria del diritto. La definizione politica che regola il vivere fra esseri umani non può essere lasciata completamente in mano di chi predica la xenofobia, il razzismo, l’odio nei confronti dei capri espiatori, solleticando i più basi istinti di quella parte della popolazione indigena più ai margini e con meno strumenti di decodifica.

Ci appelliamo a voi perché riteniamo che non possiate non rispondere alla vostra coscienza e alla vostra responsabilità. Non potete continuare ad agire con indifferenza di fronte allo scempio della civiltà e del diritto prodotto dal libero sfogo della sciovinismo dell’opulenza leghista, che miete vittime sprovviste di qualsiasi strumento istituzionale di difesa.

Unione Cittadini Immigrati Roma, Movimento Migrantes Y Familiares MFAM – Ass. Todo cambia Milano – Comitato Immigrati Napoli – Ass. Dhuumcatu - Lega Albanesi Illiria – Ass. Filippini Roma – Comitato Immigrati Roma – Ass. Sunugal Milano - Ass Insieme per la Pace - Ass Mosaico Interculturale – Federazione Senegalesi della Toscana – Associazione Punto di Partenza - Associazione Centro delle Culture Firenze – Associazione El Mastaba – Comitato Immigrati Roma

Farhia Aidid Aden, Mohamed Badaoui, Andres Barreto, Hamdy Bhaloul, Jorge Carazas, Mercedes Cuenca, Pape Diaw, Raschid Fenakovi, Mercedes Frias, Edgar Galiano, Dirne Gora, Modou Gueye, Salah Ibrahim, Assane Kebe, Gladys Levano, Papa Mashamba, Shi Shi Mien, Nowfer Mohiden, Karim Mridha, Siddique Nure Alam, Amin Nurul, Edda Pando, Roberto Reyes, Younes Rhouma Roger, Sessou Quassi, Abou Soumahoro, Brahim souqi, Vojslao Stojanovrc, Miriam, Riadh Zaghdane

Rete di urgenza contro il razzismo

Report riunione 26 febbraio tenutasi a Lunaria per una rete di urgenza contro il razzismo
 
Presenti: Alessia Montuori e Silvia Senzaconfine, Alfredo Zolla CGIL, Andres Barreto, Annamaria Rivera, Claudio Graziano Arci Roma , Grazia Naletto Lunaria, Hamadi Zribi R.C., Emilio Perucci Centri Servizi Immigrati Provincia di Roma, Claudio Meloni, Vivi Valente Servizio Legale Immigrati
 
Hanno mostrato interesse all’iniziativa pur non potendo partecipare: mediazione sociale (esquilino), casa dei diritti sociali, nodi, associazione prezzemolo (esquilino), associazione genitori della scuola di donato (esquilino); gli avvocati Luca Santini, Andrea Volpini, Simonetta Crisci.
 
La riunione era stata convocata per discutere la possibilità di costituire una rete di urgenza contro il razzismo con funzioni di informazione, denuncia e tutela contro abusi, atti, comportamenti razzisti tramite la realizzazione di:
- il testo di un volantino contenente nomi, indirizzi, orari, telefoni e mail di contatto delle associazioni/centri sociali//sportelli già esistenti disponibili ai quali è possibile segnalare abusi, discriminazioni, atti, comportamenti e aggressioni razziste;
- l’individuazione di 3-4 avvocati disponibili a redigere un vademecum simile a quello preparato da arci e naga di milano;
- la realizzazione di una campagna di informazione diffusa nei quartieri in cui siamo presenti
- l'invio di un messaggio in rete che chiede a qualsiasi persona disponibile di darci una mano nella campagna di informazione;
- la comunicazione alla stampa dell’iniziativa.
 
Nel corso della riunione è emerso quanto segue:
-       esigenza di promuovere una campagna informativa che affronti contestualmente il tema della difesa dei diritti degli immigrati e della lotta al razzismo e quello della “sicurezza sociale (lavoro, abitazione, diritti civili) per tutti;
-       l’esigenza di veicolare messaggi immediatamente comprensibili e che puntino alla responsabilizzazione individuale di qualsiasi cittadino democratico e antirazzista. Si è rinviato ad esempio al vecchio slogan di sos racisme, touche pas mon pote
-       la campagna dovrebbe inoltre rendere visibili e denunciare le violazioni che attualmente stanno avvenendo presso alcuni servizi pubblici (es. asl, negazione iscrizioni anagrafe, negazioni di autorizzazioni al matrimonio per persone prive di permesso di soggiorno) che tendono ad applicare norme non ancora entrate in vigore;
-       sono stati ipotizzati diversi strumenti di comunicazione (volantini, vademecum, manifesti, giornalini, face book) da diffondere nel corso di presidi e banchetti su strada;
-       è stato inoltre posto il tema di un intervento che coinvolga anche le scuole dove il tema della “separazione” tra alunni italiani e stranieri sta mettendo a rischio la stessa esistenza di alcuni istituti (cfr. Scuola Pisacane a Tor Pignattara);
-       è stata posta l’esigenza di reagire alle campagne stampa stimolando interventi sui siti che ormai consentono l’inserimento di commenti dei lettori agli articoli pubblicati.
 
Si è concordato di privilegiare un approccio operativo, di procedere per piccole tappe e su obiettivi specifici:
-       di attivare tutti i contatti possibili per allargare il numero di associazioni e singoli che possono essere coinvolti nella rete di urgenza raccogliendo indirizzi, numeri di telefono, orari di apertura, referenti che possono essere diffusi per favorire la segnalazione di abusi, atti, comportamenti, violenze razziste;
-       di aggiornare, grazie alla collaborazione degli avvocati disponibili, il testo del vademecum prodotto a Milano;
-       di convocare entro 15 giorni un incontro più allargato in cui discutere le modalità e le iniziative da promuovere a breve.
 
Il report della riunione, una volta condiviso, viene diffuso ai soggetti invitati e alle associazioni che hanno mostrato un interesse all’iniziativa.